12 Apr La frazione di Cimmo
La frazione di Cimmo
Il ricco patrimonio artistico conservato nella chiesa parrocchiale di Cimmo, si intreccia, tra le altre, con la storia della famiglia Saleri, il cui cognome ricorre spesso nella storia della frazione accanto a quello dei Cioli, Comini, Cotali, Ganzola, Garneri e Pelizzari, tutti inseriti tra gli Antichi Originari. Questa denominazione si riferisce a società presenti fin dall’epoca precomunale in molte regioni settentrionali d’Italia, costituite da famiglie originarie di un dato luogo associate a scopo di comune aiuto e dotate di un patrimonio proprio, composto da terre destinate al pascolo, acque e boschi. A Cimmo gli Antichi Originari vantavano il possesso e l’esclusivo godimento di diversi beni, distinti in beni comuni e beni della Carità. L’esclusione di una parte della popolazione, i cosiddetti Foresti – cioè gli abitanti non originari del luogo– dal godimento delle rendite comuni, fu ritenuta illegittima e come tale fu all’origine di lunghe e frequenti diatribe fino a tempi relativamente recenti. In seguito, un decreto del 1806 stabilì che i beni un tempo amministrati dagli antichi originari fossero consegnati all’amministrazione comunale. Le vicende che ne seguirono innescarono due lunghe cause giudiziarie che si conclusero solo nel 1895, quando i beni furono definitivamente riconosciuti proprietà privata degli antichi originari. Nel 1896 la sentenza aprì il riconoscimento giuridico della Società degli Antichi Originari con lo scopo di amministrare il proprio patrimonio ed erogarne le rendite. Risale al 2014 l’assemblea dei capifamiglia in cui si stabiliva che la Società era da ritenersi un ente non a scopo di lucro né a finalità commerciali, votato a sostenere le famiglie appartenenti all’associazione. In questo complesso quadro istituzionale si inseriscono le commissioni di alcuni membri della famiglia Saleri che contribuirono a impreziosire questo prezioso scrigno di montagna.
Comune di Tavernole sul Mella