La chiesa di San Filastrio

La chiesa di San Filastrio

San Filastrio fu Dottore della Chiesa e vescovo di Brescia nel IV secolo, il cui culto si sviluppò dall’XI secolo per la tenacia con cui combatté contro l’eresia, che serpeggiò nelle valli bresciane fino al ‘500. La penetrazione di credo religiosi eretici in Valle Trompia trovò fondamento nell’aumento del dazio sulle estrazioni minerarie imposte dalla Serenissima, situazione che a sua volta provocò la crisi delle botteghe di armaioli e la fuga all’estero soprattutto verso la Germania. Nel complesso di San Filastrio gli esiti di questa situazione trovano riscontro sia nel ciclo quattrocentesco interamente dedicato ai riformatori domenicani nell’oratorio.

La facciata è dominata sulla sinistra dalla figura colossale di san Cristoforo, la cui immagine offriva al viandante la certezza della protezione durante il viaggio: il toponimo Tavernole parrebbe infatti la traduzione in volgare del termine tabernae, ossia piccole taverne in riferimento ai numerosi luoghi di ristoro che in passato sorsero in riva al fiume Mella.
La decorazione ad affresco che riveste quasi interamente le pareti interne comprende oltre 45 riquadri eseguiti da pittori locali tra il primo quarto del ‘400 e la prima metà del’500. Ascrivibili ad un palinsesto decorativo per lo più devozionale, gli affreschi che ricoprono le due pareti verticali della prima campata e la parete destra della seconda campata sono i più antichi, databili entro la prima metà del ‘400, tra cui spicca per dimensioni l’Ultima Cena. Sotto la mensa dipinta si apre una nicchia quadrata decorata con il giglio rosso, stemma guelfo della Valle Trompia, a sottolineare l’interesse civico, oltre che liturgico, legato a questo luogo di culto. Sulla parete opposta si distingue chiaramente la figura intera di san Filastrio. Nella seconda campata a sinistra sopravvive l’unico altare laterale oggi dedicato alla Beata Vergine, all’interno del quale è posta la pala che il pittore salodiano Abramo Grisiani eseguì nel 1652 con la Madonna in gloria, Gesù Bambino e i santi Antonio di Padova e Pietro martire. Varcata la soglia dell’arco santo si entra nel presbiterio le cui pareti furono affrescate tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500. Particolarmente interessante sulla parete destra è la raffigurazione di Simonino da Trento il cui culto rimanda alla storia di Simone, un bimbo di due anni e mezzo ucciso durante la Pasqua del 1475, per il cui omicidio fu accusata la comunità ebraica residente in città innescando una vera e propria caccia alle streghe contro gli ebrei. La decorazione che riveste l’altare in muratura raffigura sul paliotto san Filastrio, san Gregorio papa e la Madonna con Gesù Bambino, sul fianco sinistro lo stemma della famiglia Saleri e su quello destro lo stemma della famiglia Zappa.

Comune di Tavernole sul Mella