Il funzionamento del mulino

Il funzionamento del mulino

La ruota idraulica, “rödha”, era costituita da diverse parti o lignee legate tra loro in modo da formare una sagoma circolare compatta, mossa dall’acqua del canaletto che poteva passare sotto oppure cadere da sopra. Il movimento era trasmesso alle macchine tramite un albero, “erbor”, e nella parte interna del mulino era montato il “rödhel”, una ruota dentata che muovendosi trasmetteva la rotazione ad un ingranaggio orizzontale “caagnöla” e di conseguenza al suo asse verticale. Sul soppalco era poggiata una macina da grano fissa e sopra di questa si trovava la macina mobile, “predha”, le cui facce interne erano piane e incise da raggi per consentire la fuoriuscita della farina e la ventilazione. Le macine erano avvolte da un cilindro di legno, detto “fahera”. L’asse verticale dell’ingranaggio attraversava la macina fissa e veniva bloccato alla macina mobile mediante la “busola”: una traversa di acciaio che si innestava dentro due incavi sulla faccia inferiore della rotante. Con una cesta intrecciata il mugnaio versava le varie sementi nella tramoggia, un contenitore a forma di tronco di piramide posto sopra la macina rotante, che a sua volta era collegato a un imbuto con movimento oscillatorio che faceva cadere i semi nel foro centrale; da qui essi finivano nello stretto spazio presente tra le due macine. La distanza fra le macine poteva essere regolata a seconda della grandezza dei tipi di seme, abbassando o alzando la pietra superiore mediante una manovella collegata all’albero motore. La farina e la crusca, una volta passate al setaccio mediante meccanismi differenti, a seconda che le macine fossero alte o poste in basso, venivano raccolte in cassoni di legno separati. Una volta colmi, essi venivano svuotati con la pala e il contenuto trasferito in sacchi.

Comune di Tavernole sul Mella