Nell'ambito di Expo 2015 la Comunità Montana di Valle Trompia prosegue la partecipazione all'evento con altri due appuntamenti promossi dall'Associazione Ecomuseo Valle Trompia. Montagna e Industria. Per l'occasione l'Associazione Culturale Treatro
terrediconfine ha proposto una teatralizzazione lungo il percorso espositivo della mostra dedicata a “I saperi della montagna. La collezione di Costanzo Caim”. Basandosi sulle ricerche condotte da Michela Capra, curatrice della mostra, e su testimonianze
più recenti che raccontano di borghi e comunità di montagna trasformatesi radicalmente negli ultimi decenni, alcuni attori in costume hanno accolto il pubblico mettendo in scena una narrazione collettiva spostandosi da un luogo all’altro dello spazio
espositivo.
LE STAGIONI DEI PRATI, con Matteo Bertuetti - 2 agosto 2015 alle 21 Racconto della vita contadina tra boschi, prati e filari di viti. Storie di uomini e donne che dedicarono le loro giornate al raccolto, alla fienagione, alla cura
della terra. VOCI DI MALGA, con Pietro Mazzoldi Voci di un malghese che ancora prima che il sole sorga è pronto a mungere con cura le sue mucche che gli daranno latte da trasformare in burro e formaggio. CURATORE DI ERBE, con Michele
D'Aquila Un erborista ripercorre la tradizione della cura dei malanni con le piante trovate nei prati della zona e sulle montagne.
CLINCLINì. SUGGESTIONI DAL BOSCO. Narrazioni in audio - dal 26 luglio al 31 ottobre 2015
In un bosco ricreato con la magia del teatro, si ascoltano attraverso le cuffie voci di uomini e donne, che narrano storie, proverbi, filastrocche mentre scorre il video con le fantastiche suggestioni di un luogo incantato. Video/istallazione: Andrea
Gentili e Michele Sabattoli Voci registrate: FAbrizio Foccoli, Stefania Ghisla, Fabrizia Guerini In video: Stefania Ghisla, Fabrizia Guerini, Emma Pintossi, Massimo Pintossi
Lo storico ponte di Villa Carcinaattraversa il Mellaall'altezza della frazione di Pregno; chi risale la Valle Trompia lo incontra sulla destra, un poco discosto rispetto al nuovo ponte su cui passa la strada provinciale. E' un largo ponte in pietra a tre arcate, carreggiabile, su cui fino al 1970 transitava la principale via di collegamento tra la città di Brescia e la valle. La storia del ponte di Pregno è costellata da una serie di devastazioni dovute alle frequenti piene del fiume Mella e altrettante ricostruzioni, con il seguito di lunghe dispute tra gli abitanti delle diverse frazioni del comune circa il luogo più adatto alla sua collocazione, in un intreccio che vede spesso contrapporsi interessi pubblici e interessi privati. In effetti, la scelta della località non poteva essere lasciata al caso, ma doveva essere attentamente valutata in relazione alla qualità delle rive, alla portata e all'andamento del fiume, e, naturalmente, alla facilità di accesso per la maggior parte della popolazione. La zona di Pregno sembrava rispondere a tutte queste esigenze; inoltre la presenza di un ponte in questa località, per quanto soggetto ai capricci del fiume, consentiva di evitare il passaggio sulla famigerata strada "della Pendezza" che costeggiava il fiume, pericolosa per gli uomini e per gli animali che vi transitavano, ma unica via altrimenti percorribile per raggiungere la città. Nell'archivio storico comunale è particolarmente abbondante, lungo tutto l''800, la documentazione relativa alle opere di costruzione , manutenzionee rafforzamentodel ponte di Pregno. Dopo l'ultima ricostruzione, portata a termine negli anni '80 del XIX secolo dall'imprenditore di Federico Bagozzi, il ponte appare così come lo possiamo vedere ancora oggi. Numerose sono anche le testimonianze documentali relative ad altri ponti esistenti sul territorio comunale, primo fra tutti il ponte che congiunge le due frazioni di Carcina e Cailina.
La località Sella dell'Oca si trova sul crinale che divide la Valle Trompia (Comune di Villa Carcina) dalla Franciacorta (Comune di Gussago). Il curioso toponimo può essere inteso come l’italianizzazione del toponimo "Saöga" o "Saöghe", piuttosto ricorrente sul territorio bresciano. Lo storico Paolo Guerrini vi intravede una derivazione da "zenodochio", antica espressione per "ospizio", luogo di ospitalità per i viandanti. Altri studiosi lo riconducono invece all'antico termine germanico "joch", con quale solitamente si indica un valico; sotto questa luce si riesce a mettere in relazione la località gussaghese con la vicina Magnoli (comune di Brione), che in effetti costituisce punto di passaggio tra la media Valle Trompia, la Franciacorta e Brione, probabilmente frequentato già in epoca molto antica. Territorialmente la località Sella dell’Oca si trova a Gussago, ma la sua storia si lega strettamente alla Valle Trompia. Innanzi tutto, lì si trova una grande villa risalente alla seconda metà dell’’800 e commissionata da Federico Bagozzi, un imprenditore di Cogozzo (frazione di Villa Carcina) il quale, avvantaggiato dal legame con Giuseppe Zanardelli, fu consigliere provinciale a Brescia ed ebbe commissioni in molte zone d'Italia. Lo stesso Zanardelli era ospite assiduo alla villa, soprattutto in occasione degli spiedi autunnali. L’abitazione è di modesta architettura ma è dotata di un cortile con due torrette che la nobilitano. Attorno sono visibili tracce di vecchie tese per l'uccellagione, tra cui si possono ammirare soprattutto i carpini sul lato nord e il bosco di betulle verso sud, sistemi arborei in grado di donare colorazioni veramente caratteristiche a seconda della stagione. Ma la località Sella dell’Oca conserva anche preziose memorie delle Resistenza, poiché i due partigiani Mario Bernardelli e Giuseppe Zatti furono proprio qui uccisi. Ecco i fatti. La squadra della 122ma Brigata Garibaldi in cui i due giovani militavano era accampata in località Camaldoli, poco sopra Gussago, quando fu sorpresa da un attacco fascista; esaurite tutte le munizioni durante il combattimento, la squadra fu costretta a disperdersi, lasciandosi alle spalle un morto, un ferito e tre prigionieri, tra cui Bernardelli e Zatti. Per qualche giorno i due furono sottoposti a violenti interrogatori e, poiché non rivelarono nulla, vennero infine portati a bastonate alla Sella dell'Oca, dove furono poi uccisi. Ogni anno, verso la fine di ottobre (occasione in cui gli attuali proprietari della villa consentono ai passanti di avvicinarsi), si svolge una commemorazione in memoria dei tragici eventi.
La località Zignone è costituita da un'area dolcemente digradante in posizione soleggiata sopra la contrada Pregno (Villa Carcina), attraversata dalla cosiddetta "Via antica" che, attraverso un passaggio in quota, mette in comunicazione Pregno con la Valgobbia. La località presenta ampi prati ciglionati (probabilmente per la coltivazione di cereali o vigna, oltre che per la fienagione), una villa rustica con chiesetta (appartenuta a don Antonio Zappetti, che nella seconda metà del ‘700 fu parroco di Carcina), un'antica casa rustica con tipico loggiato (nella quale permane peraltro – a testimonianza della vetustà della frequentazione del luogo - un frammento di muro medievale), alcuni alberi da frutto, un castagneto con alberi secolari, una pozza per l'abbeverata. Le attività prevalenti erano l'allevamento e la coltivazione, il taglio del bosco, la raccolta di castagne e ciliegie. Nei boschi soprastanti la località sono ancora ben visibili aie carbonili e ancora oggi si rinnova la consuetudine del taglio della legna per "focatico".